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FOTOREBUS MUSICALE
Otto & Tito sui loro Social vi propongono anche dei Foto-rebus musicali.
Guardate queste 4 immagini. Si riferiscono ad un'opera lirica, il cui titolo andrete a scoprire coordinando i soggetti delle foto, Dovete individuare anche il nome del compositore (la prima o ultima foto vi suggeriscono in particolare). Se non riuscite proprio cliccando sul primo bottone "aiuto" ascolterete un brano musicale che vi aiuterร . Cliccando sul bottone in fondo avrete la soluzione.
Un pover'uomo (Quale titolo operistico?)
Se ti industri riuscirai
ma son certo gran ben guai
capir chi sta nel problema
che qui pongo senza tema.
Per i mari certo vaga
e la sete pronto appaga
ma d'amore e fratellanza
รจ la sua vera lagnanza.
Il prode (Nome di persona)
Toscanini ti ricorda;
personaggio di Bellini;
pure il re di Lancillotto
e un Honegger molto dotto.
Quale compositore?
La Maria รจ preferita
ve ne sono almeno quattro
scritte dal compositore
musicista di valore.
Gira il mondo in qua e lร
da Granada a Saardร m
sempre in cerca di beltร
nacque in nobile cittร .
โชโซCHI SON? โชโซ
DUE PAZZI IN UNO
Otto & Tito vi invitano nel mondo magico delle dissertazioni serie ma non troppo su musica, teatro musicale e tutto quanto gira attorno e dentro essi. Con articoli, commenti, recensioni, foto, video, quiz e sondaggi. Cercate qui e ai vari indiirzzi citati nei Social evidenziati.
Testimonials
Dicono e spergiurano su di noi:
Quando ero quaggiรน questo meraviglioso Sito non esisteva ancora. Ma ora che sono lassรน e tutto vedo, vi raccomando di seguirlo perchรฉ รจ senza eguali! Anzi: ve lo ordino.ย Hojotoho! Hojotoho!
Herbert von Karajan
Io che non sono ancora lassรน (per sfortuna vostra), ma ancora quaggiรน debbo dire che amo tre cose: fabbricare profumi (e balocchi), tagliare il prosciuttino ma soprattutto seguire questo meraviglioso sito! Dirigere??? Noooo... Quello lo faccio a tempo perso...
Fabio Luisi
Che monnezza ce stร a giro! Nisciuno che sappia scrivere de musica come solo io e Otto con Tito sappiam fare! Che aggia a dรฌ? Jatevenne vah!
Paolo Isotta
FISCHI & FIASCHI
IL NOSTRO NUOVO BLOG AGGIUNTO
Nel bel mezzo dellโestate, proprio il giorno di Ferragosto, proviamo a lanciare un nuovo luogo di commenti musical-teatrali. In esso pubblicheremo articoli brevi, eventualmente comparsi contestualmente pure altrove.
Saranno contraddistinti dalla malizia: considerazioni cattive a spettacoli pessimi, ma altresรฌ note moleste (ma giustificate) a rappresentazioni approvate da una parte del pubblico, rispettando in tal caso e sia pure, il giudizio della massa. Ma anche riflessioni distruttive a recite e proposte โbuoneโ che tali non sono, a giudizio di chi qui scrive e lo spiega beninteso.
Due nostri articoli eccellenti
Potete trovare tutti i nostri piรน recenti articoli nei post dei vari Social di cui all'intestazione del Sito (in particolare su tumblr e wordpress).
UN TEATRO DI PARTE?
15 ottobre 2018
Da sempre si discute se, per esempio, filosofia e scienza possano tra loro "dialogare", ed anche scienza e religione. Non meno ed altrettanto problematico il rapporto tra Arte (scrivo di proposito con la maiuscola) e un elemento "terreno" quale la politica. A scanso di innescare riflessioni a loro volta troppo "filosofiche", intenderรฒ politica nel senso piรน comune, quella di tutti i giorni, senza per ciรฒ togliere il valore intrinseco al termine.
Posso dunque realizzare un evento artistico, piรน specificamente musicale, in ossequio ad una determinata marcatura politica? Posso suonare una sinfonia in modo di "destra" o all'apposto di "sinistra", in barba-semmai fosse-a quanto di (eventualmente) ben giร prefissato dall'autore esiste?
E posso-ancor piรน-inventare una messa in scena operistica (una regia cosiddetta) di un melodramma, dando colorazioni politiche, a favore o contro la realtร quotidiana ed anche a ritroso, retrodatando il pensiero del compositore, attualizzandolo o innovandolo a mia discrezione (arbitraria)?
Lo scorso gennaio al Teatro del Maggio musicale fiorentino รจ stata prodotta (e voluta fortemente) una discutissima Carmen per le smanie di Leo Muscato (che verrร riproposta sino alla decomposizione), con una inversione di ruoli assolutamente ridicola e manifestamente falsificante l'assunto musical-drammaturgico di Bizet, ove proprio la morte della protagonista รจ da essa stessa voluta come prova della sua volontร e forza contro il "maschilismo" (semmai fosse) di don Giuseppe. La ragione-per i produttori-era di manifestare contro il femminicidio.
Sempre a Firenze, a settembre la trilogia verdiana, con le bislacche ragioni, stavolta di Francesco Micheli, veniva pubblicizzata dal direttore musicale, Fabio Luisi con questa espressione, apparsa sulla stampa ("la Repubblica", 12 settembre): ยซContro il disinteresse, l'ignoranza. Contro il trumpismo, il salvinismo, il populismo e il disprezzo del diversoยป.
Un famoso pedagogista marchigiano non penso proprio con idee di "destra", metteva in guardia dagli "ismi", laddove il suffisso medesimo, il suo uso ed ovviamente l'abuso, generava-a farla breve-un troppo facile utilizzo dello stesso.
Si potrebbe perciรฒ dire-cavalcando il suddetto gusto e del tutto democraticamente affermando-che siamo stufi di questo "regismo", di questo "manierismo" (nella regia teatrale d'oggi), dell'opportunismo e del "bruttapieghismo" nell'invadenza del "Regietheater" (regietheaterismo) ed ovviamente-e peggio-in quelle prese per i fondelli al borghese gonzo, quelle per capirci di ambientare-ad esempio-i Maestri cantori davanti alle rovine della cattedrale di Dresda con i cantanti in neri cappotti in uso nel nazismo.
E stufi anche saremmo dei teatri e responsabili che fanno politica (e propaganda) nell'Arte e sull'Arte, dentro ad essa e contro essa.
Per par condicio almeno, speriamo che la prossima Cavalleria rusticana in scena a Firenze a febbraio, sia fascistissima, in riguardo del suo compositore.
โ
https://www.youtube.com/watch?v=fg1GIrXERes&t=9s
โ
โ
Mozart? Secondario, copione, nazista.
23 febbraio 2017
Sรฌ, qui si parla proprio di Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 โ Vienna, 5 dicembre 1791).
"Quello" che ha scritto nel campo della lirica ยซDon Giovanniยป (la creazione innanzi alla quale Goethe si inchinava), ยซLe nozze di Figaroยป, ยซIl flauto magicoยป e... tutto il resto.
In un precedente ยซtopicยป si era parlato della libertร sconfinante nel vaniloquio da parte di certa critica mediocre e non, verso piรน che altro esecuzioni ed interpreti di malsicuro valore, per fini molto evidenti o nient'affatto.
Per completare o meglio ampliare il quadro puรฒ essere dilettevole notare come tale comportamento tocchi anche la ยซmusicologiaยป togata (o meglio, presunta tale).
Ecco infatti che il 27 luglio 2016 รจ uscito il volume ยซLa caduta degli Deiยป, degli egregi ยซprofessoriยป Bianchini-Trombetta.
Primo tomo di compulsiva volontร tesa a riscrivere a suon di ยซdocumenti probantiยป la storia della musica.
C'รจ da che restar ammirati per la veemenza e la tenacia.
Non c'รจ invece bisogno di acquistare il libro e leggerselo, perchรฉ sono sufficienti le dichiarazioni pubbliche dei due Autori, dalle loro stesse labbra addirittura visibili on-line, e da qualche riflessione conseguente a farli cadere nel ridicolo, malgrado loro.
Ora non รจ che la scienza musicologica sia infallibile: di falsitร , equivoci, giudizi affrettati se ne contano molti e proprio la storia della letteratura specifica sui piรน alti nomi della musica lo testimonia. Vi possono essere versioni e revisioni, tuttavia lo ยซstaccoยป temporale se non altro, rende sicure certe ยซconclusioniยป critiche.
Il libro raccoglie i risultati dei nostri studi sulla musica del Settecento e su Mozart, autore venerato da oltre due secoli come un dio. Ci siamo interrogati sulle ragioni di quel culto, e abbiamo sfrondato le molte biografie dai luoghi comuni, come quello del genio di natura. Sino al secolo scorso la tendenza era quella di minimizzare le problematicitร , per non turbare l'immagine impressa nella mente del pubblico. Nel nostro lavoro, suddiviso in due parti, individuiamo alcuni punti contraddittori della sterminata bibliografia mozartiana, li verifichiamo e li analizziamo. Di ognuna delle quasi 2000 citazioni segnaliamo le fonti, per consentire al lettore la verifica. Da queste premesse รจ nata la presente biografia critica di Mozart, che risponde ai numerosi dubbi sollevati dai ricercatori.
(dalla presentazione del volume)
Letto cosรฌ sembra tutto ยซcorrettoยป nel senso di ยซlecitoยป l'indagine volta a riconsiderare il ยซmitoยป, salvo poi discutere ยซi risultatiยป degli estensori.
Ma cosa ยซoppongonoยป gli esimi, musicologi, laureati con lode alla Scuola di Paleografia e Filologia Musicale di Cremona ci vien ricordato ad ogni piรจ sospinto, quasi a precisare che ยซi signori sรฌ, che se ne intendonoยป?
Mozart? Musicista di second'ordine, copione e nazista (quando-vien spontaneo dirlo-la โmusicologiaโ cialtrona cerca di ingannare i borghesi).
Un libro di due โmusicologiโ valtellinesi, marito e moglie-lei dal significativo cognome da nubile che fa โTrombettaโ-che rivela la veritร da sempre saputa ma negata dalla storiografia musicale colta, tedesca e falsificatrice...
Un libro che sarร piaciuto a Riccardo Muti visto ha voluto sempre valorizzare le italiche forze nascoste, di cui Mozart ed altri si sarebbero furbescamente appropriati (gli autori hanno fatto parte del comitato scientifico per i 200 anni di Paisiello, con la supervisione del maestro napoletano [Muti]). Un libro dove le ovvietร (come quella dei "prestiti", dei "plagi" usi e normali nel Settecento) sembrano esser la costante da parte dei due scrittori; cosรฌ le notazioni sociali, storico-politiche coeve e poi.
Nella intervista-presentazione tuttora on line, sotto il patronato di una oscura emittente locale e di una direttrice-conduttrice a dir poco risibile, si ammira la ciabattaggine dei due Autori, coi loro luoghi comuni per fare audience e menar il naso i creduloni.
Ne conseguirebbe che dopo Mozart nazi, scopriremo Sostakovich stalinista, Beethoven anarchico, Ciaikovskiij zarista, Sibelius fascista, Mascagni peggio che mai, Ravel finocchio, Schubert sifilitico, Orff nazista verace, Puccini monarchico, Davis brutto sporco negro, Hindemith maiale...
Al rogo, al rogo!
Qualche passo [in un link sotto un estratto video dall'integrale]:
(...) Mozart รจ stato un compositore bravo, nessuno nega le qualitร musicali che puรฒ avere un compositore, perรฒ il problema รจ che รจ stato poi manovrato dalla politica nel corso degli anni... Quindi si sono inventati aneddoti, si sono inventati miti, e nel periodo nazista questo ha preso ancora piรน corpo e piรน peso...
(...)
Era un bravo improvvisatore ma tante idee che noi abbiamo di Mozart capace di leggere a prima vista in assoluto, genio di natura, sono tutte completamente manovrate...
(...)
Si รจ creata l'illusione di una Scuola austriaca, asburgica diciamo... una Scuola dal niente, dal niente... Una Scuola riconosciuta a posteriori ma che non era una Scuola, perchรฉ hanno cercato di mettere assieme queste tre figure (Hadyn, Mozart, Beethoven) che non avevano neanche vissuto a Vienna, piรน di tanto... Perรฒ il lavoro soprattutto degli scrittori dell'800 รจ stato quello di far vedere le affinitร , il collegamento, di queste tre importanti musicisti...
(...)
(intervistatrice): In realtร Mozart รจ diventato un musicista di grandezza mondiale...
(la Prof.): Questo รจ dovuto soprattutto agli studi che son stati fatti dall'800 poi sino all'epoca del nazionalsocialismo... Mozart-non si sa-[ma] รจ stato insignito del titolo di "nazista onorario"... Al pari di Wagner... Quindi รจ diventato una figura culturale, musicale di riferimento, anche per i nazisti...
(...)
L'interesse per Mozart รจ nato anche e si รจ diffuso maggiormente soprattutto nel periodo nazista... Perchรฉ Mozart era considerato un eroe della musica tedesca...
(...)
(intervistatrice): Non era il compositore universale che la storia ci ha proposto...
(la Prof.): Secondo noi no... Non รจ... Era un bravo compositore ma non il genio assoluto... il talento innato... Perchรฉ non crediamo assolutamente ci sia il genio di natura...
Questo "genio" universalmente riconosciuto noi non l'abbiamo trovato... Noi abbiamo trovato un uomo che ha fatto fatica anche in vita ad essere apprezzato...
(...)
(intervistatrice): Come hanno reagito gli appassionati del "presunto" talento austriaco?
(segue risposta con divagazioni, poi il Prof. dice): Mozart รจ un camaleonte... Lui si maschera dietro tante musiche diverse [intende altrui, plagiate, copiate]...
(...)
Nell'800 il classicismo viennese non esiste... E' una cosa inventata di sana pianta per mettere in piedi i musicisti tedeschi... soprattutto nel periodo dei nazisti... La Trinitร ... Haydn, il padre, il figlio fanciullo, Mozart... lo Spirito, Beethoven... Esseri messi come divinitร in una teca...
(...)
Mozart non ha frequentato nessuna scuola, neanche una scuola elementare... Neanche una scuola che lo potesse formare nelle scienze umane... Non c'รจ stato nulla. Ed anche da parte musicale c'era stato solo il lavoro del padre [e Leopold non aveva studiato da nessuna parte]. Ma non aveva [Wolfgang] avuto maestri... Padre Martini non รจ stato suo maestro... Quindi chi ha formato questo compositore? In un conservatorio non c'รจ andato... Come si รจ formato? E' venuto dal nulla? La [sua] musica รจ bella, certo. Ma lui come ha fatto a comporla se non ha avuto una formazione adeguata?
Certo. Documenti alla mano, ยซpignoleggiaยป il professor Bianchini, come se non si sapesse da sempre che ai ยซdocumentiยป si possono far dire anche ciรฒ che essi ยซnon diconoยป per esempio.
Il Bianchini non ha paura forte della sua cultura specialistica, ma che [si veda nella clip] in calร ta del luogo di residenza parla della ยซpuliziaยป riferendosi alla ยซpoliziaยป, a smontare tutta la storiografia musicale e si vorrebbe sapere ยซperchรฉยป.
Al libro suo e della di lui consorte danno appoggio e consenso alcuni e veniamo informati nel sito degli Autori che il libro โMozart La caduta degli deiโ รจ stato adottato nel secondo corso del Triennio di Storia della Musica tenuto dal Professor Daniele Fusi allโISSM di Siena... Gli studenti seguono anche le registrazioni di Radio Vaticana con intervista di Luigi Picardi e utilizzano la nuova biografia di Mozart come libro di riferimento...
Il ciclo di undici puntate per Radio Vaticana sul loro libro ยซMozart la caduta degli dei e sul cosiddetto โclassicismo vienneseโยป, รจ andato in onda ogni domenica fino a fine novembre 2016 ed il 26 ottobre 2016 sono stati invitati a Roma alla Camera dei Deputati come relatori per presentare il loro libro su Teresina Tua Quadrio [celebre violinista dell'Ottocento, ndr].
Il tutto (ma si potrebbe aggiungere) a far vedere come l'arroganza culturale si nasconda sotto molte vesti, e che sia bene vigilare di testa propria, ben attenti a quello che circola e viene presentato e proposto come veritร e certezza, tanto piรน nel campo cosรฌ ยซambiguoยป dell'Arte.
IL VIDEO (estratto dall'integrale pubblica su Internet)
https://drive.google.com/file/d/0B_WfN4 ... sp=sharing
CRIMINI E MISFATTI
Questo articolo rivela un avvenimento che riguarda tanto il titolare del presente sito, quanto della fauna tipica del settore.
Il bello, il brutto e il cretino
12 luglio 2020
Chi sia โil belloโ, chi โil bruttoโ lo scoprirร (e deciderร ) il gentile lettore leggendo questa mia nota. Il โcretinoโ invece-ve lo dico subito-sono (o sarei) io. Almeno per un utente di un abbastanza noto luogo di ritrovo informatico dove gli stessissimi articoli che lo scrivente pubblica qui e altrove nei Social, dopo aver letto il โcorsivoโ [vedi *] in cui dicevo nel contesto che โLa forza del destinoโ รจ (testuale) โquasi la peggiore opera del Maestro de Le Roncoleโ, ha replicato dicendo che โnon posso non pensare che chi lโha scritto [intende lโarticolo] sia un cretinoโ.
Va detto che forse-dico forse-il castigatore ha equivocato pensando che io riportassi un giudizio di terza persona (Paolo Isotta?), ma a) cambia poco; b) il dubbio resta e in un luogo pubblicamente frequentato, dove i โnickโ dโuso celano per modo di dire le autentiche persone la cui anagrafica, giusta identitร รจ nota e facilmente rintracciabile, la gratuitร ed offesa restano. Tanto piรน che le regole del luogo di ritrovo informatico parlano chiaro: buon vicinato etc etc.
La possibilitร di una querela non รจ aleatoria, anzi รจ concreta, nei tempi e modi della prassi giurisprudenziale ai tempi moderni di Internet, colpendo tanto lโautore che il luogo dove viene ospitata la sentenza infamante, non solo, persino tutti coloro che direttamente o indirettamente lโapprovano. Due-tre mesi di tempo per agire, anche se vi รจ stata rimozione del contendere, ma ricorrano le specifiche del caso.
Segnalando tempestivamente come previsto alla redazione lโavvenimento, il giorno appresso-contestualmente alla rimozione delle โingiurieโ รจ arrivata da parte del โvicedirettoreโ del luogo, una sentenza che rincara la dose e peggio, perchรฉ non potendo emettere un giudizio di legittimitร sul modo naturale di esser io nel momento in cui scrivo, con le mie proprie idee, benissimo esposte e contenutisticamente forti, ancorchรฉ criticissime (ossia giudicanti), non potendo dunque obiettivamente trovare vizi di legittimitร a come lรฌ ho sempre operato (senza mai dare del โcretinoโ ad alcuno), il โviceโ ha emesso un pletorico giudizio di merito sulla mia partecipazione, a ludibrio del folto pubblico frequentatore il Sacro recinto:
>>Non mi esprimo sul livello di cretineria di [mio nick ivi], ma una volta di piu devo sottolineare come i suoi continui, inutili, pretestuosi, ammorbanti, futili, oziosi, sterili, irragionevoli, fatui, insensati, ripetitivi e gratuiti interventi, che dispensa con straordinaria generositร in tutte le sezioni del forum, ci affliggano pesantemente.<<
Insomma una volta cretino per via diretta, una seconda per via indiretta con lโaggiunta dei difetti indicati da aggettivi tra i piรน ricercati. Va detto che in quella sede, nel tempo, vi sono stati riconoscimenti e plausi pubblici nei miei riguardi, da parte del fondatore e sempre direttore del luogo (ed anche privatamente), dello stesso oggi โviceโ che bacchetta e di guru del medesimo cenacolo. Ma evidentemente qualcosa non torna, reca fastidi.
La dura realtร moderna dellโapertura immensa by Internet a chicchessia di dire, esprimere, sentenziare, scrivere, atteggiarsi, criticare, tutto e tutti, specie in campi cosรฌ pericolosi come quelli dellโArte (in particolare musicale), ha creato uno stuolo di โpirlaโ di cui parlava Umberto Eco. Sono nati cosรฌ โBlogโ, e โCorrieriniโ neri, rossi e azzurri che si occupano dei fatti delle sale dโopera e da concerto, ove signori e signore che fanno i piรน nobilissimi e rispettabili mestieri di giorno (medico, infermiere, merciaio, salumaio, avvocato dei miei stivali, studente fuori corso, animatore sociale tra mari e monti), la sera veston i panni del censore e scrivono-quasi sempre con una prosa da โBolletino del mareโ cosรฌ:
>>Lโorchestra non ha suonato bene, ma nemmeno male, ed il Maestro pur bravo ci รจ parso (forse, aspettate, ci penso su) un poโ routinierโฆ<<
>>Il soprano รจ stata una discreta Rosina e la sua voce non proprio sicura รจ probabilmente (vedremo alla prossima puntata) perfettibileโฆ<<
Cosรฌ il Capo Ufficio Stampa dei Teatri continuerร a mettere i suddetti Censori nella lista accrediti, evitando di dover sborsare di tasca propria (se i soldi ci sono) per i biglietti regolari a pagamento.
Vi era un sito funereamente noto, deceduto a fine 2019 in Milano con il terreno decesso del proprio inventore, padre e padrone (un altro giurisperito con consorte, dietro a nick presi dal mondo della lirica), che a parte essere [**]-lui sรฌ-autore di "continui, inutili, pretestuosi, ammorbanti, futili, oziosi, sterili, irragionevoli, fatui, insensati, ripetitivi e gratuiti interventi, che dispensaโฆ" (vedi sopra)-si vantava di pagare i biglietti che gli consentivano di entrare in teatro. Non legato a doppio filo con le Direzioni, gli artisti e le bollette da pagare, insomma facendo sia pure della pessima critica autocelebrativa, il defunto (ed amici) poteva in effetti permetterselo a differenza di altri.
Certamente la tradizione della credibilitร ed autorevolezza data dalla carta stampata, del mestiere a tutto tondo, dello studio, della preparazione accademica completa e non parziale a casa tua (insomma del dilettantismo, con buona pace di Kant che agli amatori dava la palma di sinceritร rispetto alle toghe), quella tradizione si รจ perduta ed oggi i noti giornalisti che scrivono sul foglio di carta (o in parte sul Web) sono anchโessi talvolta in difetto. Ovvio che lโimportante sia bene scrivere e proporre, che un colto possa alla prova dei fatti esser noioso ed illeggibile rispetto un salace โignoranteโ ma non prendiamoci in giro, anzi troppo sul serio!
Divenire โpubblicistiโ e iscriversi localmente รจ molto semplice, specie se vi รจ un appoggio di una testata registrata senza tante problematiche dopotutto. Il circolo รจ vizioso e lo sanno tutti.
Una sera allโuscita degli artisti in Via Filodrammatici a Milano, attendevo per gli autografi di rito Mstislav Leopolโdoviฤ Rostropoviฤ che usciva dallโaver diretto un Concerto. Prima di me una coppia di fidanzatini-lui e lei-complimentosi collโillustrissimo cellista. Circolava per mano dei due piccioncini uno spartito di non so quale cosa di Beethoven. Mstislav gettรฒ unโocchiata sulle pagine pentagrammate, due tre pagine con un ghigno slavo e una parola italiana: โCretinoโฆโ. Poi quando toccรฒ a me, diedi โSheherazadeโ di Rimskij-Korsakov da autografarmi, il volto si illuminรฒ e gridรฒ: โAhhhโฆ Questo, questo sรฌ!!!โ.
Ho scritto in un necrologio [***] che il passato a miglior vita venisse stabilmente in vita etichettato nellโambiente musicale milanese come โcretinoโ (meglio: โlo scemoโ; sentito con le mie orecchie).
Con le quali cose, un Beethoven cretino (oltre che sordo) ed un Arruga scemo, posso certamente consolarmi e stare tranquillo.
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ag
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[*] https://milleunanota.tumblr.com/post/622967321737216000/il-diabolico-pereira-un-anno-di-maggio
[**] https://milleunanota.tumblr.com/post/189607013447/domenico-%C3%A8-sempre-domenico
[***] https://milleunanota.tumblr.com/post/622998067335036928/e-morto-lorenzo-arruga
Iย NOSTRI ULTIMI ARTICOLI
Qui vengono riportati sempre alcuni dei nostri ultimi articoli comparsi nei Social.
PER RAGIONI TECNICHE GLI ARTICOLI QUI PUBBLICATI GIUNGONO SINO AD UNA CERTA DATA.
POTETE LEGGERE GLI AGGIORNAMENTI E LE ULTIMISSIME CONSIDERAZIONI SUI VARI SOCIAL CHE APPAIONO IN QUESTO STESSO SITO
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p.es.:
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LโInno di Mameli (Novaro) allโopera (Fratelli diย taglia)
9 dicembre 2018
Siccome non sembra che lโ โAttilaโ scaligero abbia destato grandissimi consensi una volta dato e visto malgrado le attese, sarร possibile parlare della parte migliore dello spettacolo-relativamente la prima, che perรฒ crea un argomento-come si vede-di bel suo proprio.
Parrebbe comunque che la parola ricorrente presso il pubblico perlomeno televisivo dellโinaugurazione, sia stata โnoiaโ. Eโ strano che in ciรฒ concordino tanto gli appassionati conservatori quanto quelli progressisti, perchรฉ Davide Livermore รจ un interessato โverdianoโ, non meno se non piรน dei vari Vick e Michieletto e se la sua regia di questo โAttilaโ contiene immagini teutoniche da โCaduta degli deiโ di Visconti e accessori, non รจ poi tanto peggio di molte altre dei colleghi in voga.
Che sia-il Livermore-come Verdi Giuseppe, un โliberale di destraโ [*], dalla parte del popolo contadino e lavoratore, ma padre-padrone che contava alla finestra di SantโAgata, i sacchi col raccolto dando il plร cet al contadino servo?
La sezione piรน interessante dello spettacolo milanese puรฒ essere ritrovata entro la clip sotto che proponiamo (durata 7 minuti e 25 secondi; vale forse la pena). Si tratta del nostro povero Inno nazionale conosciuto dai piรน come โdi Mameliโ anche se la musica-che รจ il vero punto del contendere (il bruttume o il lascia stare, tanto รจ cosรฌ)-รจ opera di Michele Novaro.
Le vicende della genesi e del suo tormentatissimo destino nel tempo dal 1847 ad oggi quando-finalmente o purtroppo-fu stabilito per Legge come definitivo, (nยบ 181 del 4 dicembre 2017), sono rintracciabili su Wikipedia alla voce โIl canto degli Italianiโ e meritano di essere lette (se ne occupรฒ anche una puntata del programma televisivo โIl tempo e la storiaโ), specie per la parte โodiernaโ.
Nรฉ โLa leggenda del Piaveโ, nรฉ โVa pensieroโ e tantomeno โLโinno di Garibaldiโ (che piaceva a Toscanini come noto) son riusciti a spuntarla, nรฉ gli opposti pareri di illustri come Craxi, Bossi, Buttiglione (a sfavore e per un cambio) cosรฌ come Luciano Berio (lo scrittore Antonio Spinosa giudicรฒ addirittura lโ โInno di Mameliโ come troppo maschilista), mentre il presidente Ciampi si adoperรฒ per la sua conferma e stabilitร con-ad esempio-la valutazione tuttโaltro che negativa, sotto un profilo strettamente musicale, di Roman Vlad.
Da oltre un decennio-infaticabilmente per ogni dove, comprese le tv pubbliche e private-con una compulsivitร quasi patologica-Michele DโAndrea-specialista di Comunicazione istituzionale e quantโaltro-si affanna a provare la nobiltร del pezzo di Mameli-Novaro, ascrivendolo ai piรน immortali Inni nazionali del mondo, con peregrine motivazioni musicali e funzionali, giustificando le ovvie e fisiologiche โbanalitร โ di uno dei tanti canti dellโepoca, in tempo di 4/4, oltre il risibile [**].
Per il DโAndrea il brano รจ senza mezzi termini โuno degli inni nazionali piรน interessanti al mondoโ e sottolinea โdal punto di vista musicaleโ (non, si badi, del testo, che รจ-dice egli in sostanza-banalotto).
La colpa della cattiva fama sarebbe dovuta alle โcattive esecuzioniโ che del brano son state offerte.
Parla di โdinamismo, fluiditร , possanza, maestositร โ dello spartito originale e ci tiene a rimarcare che non si tratta di una โmarciaโ, una โmarcettaโ e che esso vien dritto dritto dallโesperienza operistica coeva, anzi trattasi di โun momento di opera liricaโ. [***]
Quello che appare-prosegue ad oltranza lo specialista-come โingessamentoโ รจ โdovuto (purtroppo, specifica) ad un cerimoniale militareโ, che obbliga a far marciare soldati, bandiera e alfiere in testa (proviamo con un tango?). Ma le cose non stanno cosรฌ, sentenzia. Inoltre, secondo il DโAndrea, il brano โรจ lโunico al mondo in cui ad agire ci sono due protagonistiโ (sarebbero lโannunciatore e il coro-popolo).
Ne consegue tutto sommato che secondo il difensore dโufficio predetto โLa Marsiglieseโ e lโInno ex-sovietico (ora russo) su musica di Aleksandr Vasilโeviฤ Aleksandrov, non abbiano grinta, bellezza e siano poco funzionali (anche) nelle parate (su cosa sfilino i soldati francesi e russi, non si saprebbe).
Per la serie (come si dice) se ne sentono e leggono sempre di eccellenti: basta crederci.
Eppure-pur con tutti i limiti, i โseโ e i โmaโ-il pezzo che ritualmente si sente anche in teatro dโopera, oltre che in tutte le altre ovvie ricorrenze e consuetudini-ha una variegata possibilitร esecutiva e di impatto, come le sei โeccellentiโ prove testimoniano sotto.
Nella clip sono riprodotte le esecuzioni-interpretazioni di Chailly (2018), Muti (anno verdiano), Abbado (Roma 2001), Karajan (1972), Toscanini (1943-4, in โInno delle nazioniโ di Verdi, 1862), Allevi (2011).
โ
[*] Giuseppe Verdi, Autobiografia dalle lettere, p.162, BUR, 1951 (nota)
โ
[**] https://www.youtube.com/watch?v=yd_BfDA7Ms0
โ
[***] Le prime critiche al โCanto degli Italianiโ furono rivolte da Giuseppe Mazzini. In particolare, il patriota genovese considerava la musica del โCanto degli Italianiโ troppo poco marziale. Mazzini, che contestava anche il testo, commissionรฒ nel 1848 un nuovo brano a Mameli, dando lโincarico a Verdi di musicarlo, il cui titolo era โSuona la trombaโ (in โWikipediaโ vedi sopra).
โ
โ
https://www.dropbox.com/s/i1y0bt2qsrfyujx/fratelli%20di%20taglia%20prog%20rif.mp4?dl=0
โ
Tutti pazzi per Maโฆscagni (Cavalleria rusticana al teatro delย Maggio)
5 febbraio 2019
Hai voglia a fare Olandesi e Villi a Firenze. Qui van tutti pazzi per lui, il nostro Pietrone nazionale, quello che nella bellissima fotografia del Luce, sta con il Duce, in un magnifico frack da cerimonia, dieci volte piรน elegante ed elegantemente del Capo del Fascismo, bisogna ammetterlo.
Delle quattro recite previste dal 12 febbraio, unitamente lโoperetta di Jacques Offenbach, โUn mari ร la porteโ, auspice-come direbbe e dirร il solito giornalista del TG3Toscana-lo โspecialistaโ Valerio Galli (specialista in Puccini e dintorni), una-la domenicale-del 17 รจ esaurita, le altre quasi. Teatro-il nuovo Comunale (che non ci senta Chiarot chiamarlo cosรฌ!)-da 1800 posti.
La matematica non รจ unโopinione, quindi faranno settemiladuecento frenetiche persone che applaudiranno allโopera del Livornese.
Unโopinione invece che Mascagni sia un grande musicista della Storia, anche se un critico del Web come la nota Roberta Pedrotti, lo ha definito a suo tempo (malgrado abbia negato lโaffermazione che pur resta nel mare magnum informatico, andate a cercarla, la troverete), un anticipatore di Britten oppure-tiรจ!-che lโInglese si sia ispirato, quando e come lo sa la Pedrotti, a Lui (Mascagni, non il Duce!).
Una certezza che Mascagni โal crollo del Regime, nel 1943, avesse ricevuto dai ยซfondi segretiยป di Mussolini, 1.290.000 lire: per lโepoca, un somma enormeโ [se calcoliamo giusto-ndr-in euro odierni fanno 428.571,72].
Alessandro Zignani nel suo โLa storia negata. Musica e musicisti nellโera fascistaโ (Zecchini editore, 2016, pagg. 45-46), prosegue: โIl satrapo della musica soggiornava in un Grand Hotel romano, disseminando sospetti e attizzando zizzanie tra i colleghi dotati di una faccia meno bronzea.
Anche se la morte di Turiddu aveva, in parte, ucciso anche la sua fama, lโelevazione di ยซCavalleriaยปal rango di mito del Mediterraneo, sรฌ aspro eppur vitale, gli proteggeva le spalleโ.
Lasciando agli altri il piacere di andare, ascoltare, giudicare e scrivere qui dello spettacolo. Come dicevano due famosi comici televisivi, noi no, noi, no.
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โhttps://www.maggiofiorentino.com/events/dittico-cavalleria-rusticana-un-mari-a-la-porte/
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LA FOTO DI MUSSOLINI E MASCAGNI IN FRACK PUO' ESSERE RINTRACCIATA POCO SOPRA NELLA SEZIONE "DUE NOSTRI ARTICOLI ECCELLENTI"
O Mascherello caroโฆ (Una notte allโOpera [di Firenze])
18 gennaio 2019
UNA LETTERA
Caro Mascherello,
dai ricciuti ma corti capelli neri, piccoletto ma proporzionato, che sembri un folletto uscito dal โSognoโ shakesperiano e ti aggiri ovunque per il Teatro del Maggio, onnipresente, sembri giรน in platea, ma poi salgo le scale e ti trovo alle Gallerie, sei a spiccare i biglietti al lato destro ma poi eccoti a quello sinistro. Mah!
Sono il tuo prediletto, quello a cui vanno tutte le tue attenzioni โcome da Regolamentoโ Era Chiarot, pagina 128 programmone generale.
Sรฌ, lo so che hai occhi pure per gli altri-sei noto-non aspiro allโesclusiva e non sono geloso!
Tu o giovine 25enne vorresti che il pubblico (fiorentino per di piรน) dโoggi si comportasse come quello di quando io avevo la tua vezzosa etร e mai si sarebbe tolto-per esempio-la giacca alla Scala, per il caldo di giugno, restando in maniche di immacolata camicia benissimo stirata dalla mamma e papillon, chรฉ dopo 3 minuti diconsi tre, la maschera del piano, sarebbe entrata a fartela rimettere tosto, inviata dal sovrintendente che-dal proprio palco di proscenio-scrutava cosa stava mai accadendo dallโaltro lato della sala (ed era pure un socialista!).
Caro Mascherello, devi sapere che frequento le sale dโopera e concerto, i suoi usi (ed abusi) nonchรฉ costumi quando non solo tu non eri ancora nato, ma quando i tuoi genitori dodicenni immagino assistevano alla prima edizione di โDomenica inโ con Corrado. Ma ho cominciato prestissimo debbo aggiungere.
Tante son state le occasioni di randevรน (sic come poi) tra noi! Come quellโunica volta in vita mia che-sรฌ ammetto-entrai in platea con una bottiglietta di plastica mezzo bevuta (al bar ormai quella ti rifilano e consentono, mica come ai nostri tempi quando Abbado univa due lunghi atti del Don Carlos e aspettavi lโultimo accordo del finale parte prima, per correre al bar e non dover far fila, reclamando allora sรฌ, il bicchierone di pompelmo: โmโardon le fauci!โ).
E dunque mi riprendesti che in sala non erano ammesse le bottigliette (โeh eh eh, Signoreโฆ Non si puรฒโฆโ).
Nel frattempo le cose si sono evolute e mi aspetto (a Firenze sโintende) che girino bottiglie e fiaschi (oltre che fischi) di Chianti.
Sempre in merito le famigerate bottigliette di cui sopra, altra volta, mi vedesti con un amico compagno di serata (ma forse ti ingelosisti, son spesso solo) che per lo stesso motivo vedi sopra portava una bottiglietta. Lโosservazione fu che โsi poteva portare la bottiglietta ma non bereโ o-adesso non ricordo-โsi poteva bere ma non portare la bottigliettaโ, qualcosa del genere insomma.
I cellulari nel frattempo NON vengono spenti ed illuminano come nemmeno i piรน grossi riflettori in dotazione al parco luci del Teatro potrebbero (faremo la prossima regia con quelli, cosรฌ si risparmia); ovviamente attaccano la propria suoneria appena Muti-tornato dopo anni-dร il segnale di inizio della Sinfonia del โTellโ, con un sincronismo che a farlo apposta non si riuscirebbe.
In Teatro occorrerebbe il silenzio tombale, ma qualche colpo di tosse ci scappa alle volte-sai bel Mascherello?-perchรฉ il riscaldamento-umidificazione non son ben regolati. Uno prova a non tossire, aspetta arrivi un fortissimo, ma accidenti stanno suonando il โCigno di Tuonelaโ hai voglia ed รจ peggio allora, hai contrazioni e spasimi.
Menomale arrivi tu e ti preoccupi (come รจ accaduto a me-lo ricordi vero?) dello stato di salute mio. Se devi chiamare il medico di servizio ma per lโamor del Cielo, comunque tossisca fuori e stia male fuori (non lo dici ma il senso รจ questo).
Il pubblico entra in Teatro nel freddo inverno come nemmeno lo zar Boris faceva a Mosca e gli รจ permessissimo oppure tra qualche mese con le ciabatte (senza o-meglio-con calzini corti che fa piรน fine vero?), in questโultimo caso (ovverosia dโestate) i guardaroba sono parzialmente chiusi.
E non dimentichiamo le caramelle scartate al โppppppโ del finale della Patetica di Ciaikovskij.
Ieri sera, ultima dellโ โOlandese volanteโ, stavo in gallerรฌa, ultime file, prima poltrona, quella quasi attaccata alla parete, fila totalmente vuota, come quelle dietro e anche davanti mica tanto. Per la lontananza e mirare Re Luisi XIV che dirigeva con foga lโOuverture, mi sono messo in piedi con il mio binocolo da teatro, avendo ben bene controllato che per quei dieci minuti (mica volevo stare sino alla fine in piedi sai?) non dessi fastidio a chi stava dietro.
Impossibile: non cโera nรฉ spazio, nรฉ alcuno.
Ma sei arrivato tu-caro Mascherello-e i tuoi ricciolini e piegandoti, sottovoce hai sussurrato al mio orecchio con una dolcezza infinita: โScusi, signore, non pensa che starebbe molto piรน comodo seduto? eh eh eh?โ.
Sei il diavolo. La Paola Calvetti a suo tempo deve averti reclutato per queste sottili doti diplomatiche e ammirevoli perifrasi che sai fare.
Ho pensato a qualche tua forma di nevrosi (i giovani lo son tutti, per un nonnulla chiamano la mamma), ma mi son anche detto-avendo studiato un poโ psicologia-che tu mi stia facendo il cosiddetto โfiloโ; รจ vero che son vecchietto ma mi difendo ancor bene ed ho un fascino al limรฒn delli caraรฌbi, e non cโรจ nulla di male, ma se vuoi un altro piรน mirato randevรน, dai, dillo esplicito (questi giovani dโoggi!).
E poi-caro Mascherello-sapessi i tuoi colleghi, quelli della platea (parlo di ier sera sempre), dove mi son infilato dopo lโunico intervallo dato cโera posto e come fan tutti, ultima fila. Poveracci, lรฌ a controllare due-tre fila di ragazzotti liceali mandati allo sbaraglio, che oltre ai cappottini e piumini, sgargarozzavano dalle maledette bottigliette che si passavan lโun lโaltro. Poi attaccava la lunga seconda parte dellโopera e invero ti aspettavi chissร che casino. Invece no, nulla. Dopo poco li ho visti tutti tutti dormire, tempia contro tempia, da bravi compagni, una scena alla Bambi disneyana.
Lโopera ai giovani, per tirarli su, sani e forti, con le giuste idee e abitudini: la musica si impara cosรฌ, mandando i ragazzi a teatro, per bacco! Siamo salvi, W lโItalia e che Muti ci protegga.
Ma deliziosa รจ stata la fanciulla che stava davanti a me sulla sinistra.Si era verso la fine del II atto. Le donne si sa-biologicamente-hanno sempre freddo. Cosรฌ mentre il suo principale interesse non era per nulla rivolto alla scena, tanto meno alla musica, come una gattina, si toccava e lisciava i lunghi biondi capelli. Poi si รจ infilata il soprabito, il cappelluccio di lana, i guanti e dopo ancora (mancavano 60 secondi alla chiusa dโatto II) ha chiesto alla maschera tuo collega, sottovoce ed implorante: โPer favore posso andarmene???โ. Cosรฌ fu fatto.
Li avran mandati tutti perchรฉ il terzo atto della regia fa tanto โSignore degli anelliโ con il dark-punk-bim-bum-bam, ma quello accade dopo due ore di spettacoloโฆ
Tu mi dirai-ma lโopera lโhai seguita, tanto eri attento a tutto questo? Certo, io son di unโaltra generazione faccio due-tre cose assieme. E poi cโera Re Luisi da festeggiare!
Insomma-mio caro Mascherello-le cose stanno cosรฌ epperรฒ debbo ringraziarti. Stavo per fiondarmi allโintervallo dal vostro capo o dal direttore di sala, non ho visto se cโera Chiarot o Conte, altri sรฌ, e dire che un poโ di coerenza andrebbe applicata. Ma mi hai offerto materia per un piccolo pezzo di colore.
Che se poi-qualcuno del Teatro lo leggesse e facesse girare nelle alte e basse sfere-avrรฒ ottenuto qualcosa.
Cielo! Mi salterai addosso nuovamente, magari domani sera allo Stabat Mater di Dvorak!
Ma guarda che quella รจ musica sacra, particolare oltretutto perchรฉ Dvorak scrive pezzi di quel repertorio con una mano tutta speciale, drammatica ma sempre luminosa e lucente, mai triste e sconsolata.
Ora-caro Mascherello mio-ti saluto e ti auguro di riuscire nelle tue donchisciottesche imprese, chรฉ il pubblico di quel Teatro, tanto ti offre per le sculacciate, non hai che lโimbarazzo della scelta!
Il tuo non proprio vecchietto, fedele e sano di mente.
Lorenzo Viotti nuovo direttore al Maggio? (Domani accadrร )
5 marzo 2019
โ
Magari! E magari nel suo disegno interiore Cristiano Chiarot potrebbe aver in animo-tra circa quattro anni, allo scadere del periodo quaresimale imposto dalla esistenza di re Luisi XIV-di indicare l'attuale giovanissmo Viotti (1990), figlio d'arte come si sa (Marcello, prematuramente scomparso), quale nuovo e migliore responsabile della realtร fiorentina.
Non sappiamo tante cose. Certo l'etร sarebbe giusta a quel momento, gli anni di Cristo e una memoria ai fasti del fu giovane Muti (1969) in quel della cittร medicea, ma pure all'anch'egli giovane Abbado in Scala (1968, 35 anni).
Di quest'ultimo illustre nome, Lorenzo Viotti, possiede al vero una gestualitร molto prossima che perรฒ รจ egualmente presente in un altro grande della generazione antica, Bernstein, a cui-nel ciuffo che lo caratterizza e ad una certa avvenenza-puรฒ apparentarsi.
Anche se far tali nomi potrebbe risultare "sconveniente" ed inopportuno, l'abbiamo osservato da vicino ier sera a Firenze e se del primo possiede verosimilmente una tecnica molto disciplinata, precisa, accurata, del secondo ha una certa estrositร e calore, una comunicativa assai evidente se-tanto la stessa orchestra del Maggio-quanto il pubblico presente-hanno tributato ampi consensi e apprezzamenti non comuni per un ventottenne.
Non sappiamo se i tempi non poi cosรฌ lontanissimi saranno a lui favorevoli, con le sorprese del mondo italico nella cultura e nella politica. Non sappiamo nemmeno se Viotti-attualmente tanto promettente e sulla strada del consolidamento-sia destinato invece ed ahimรจ ad una parabola discendente e divenire invece piรน semplicemente un altro kapellmeister. Anche la fortuna ha gioco.
Non sappiamo soprattutto quanta gola faccia (e farebbe a lui a quel tempo) il seggio fiorentino, dove sinfonica e lirica (che pure Viotti ha realizzato ed ancora produce) debbono essere concretati e gestiti. Per Muti fu un trampolino di lancio e gli anni che ha sulle spalle Viotti sono e sarebbero sempre pochi e adeguatamente tali.
Ma le magnifiche impressioni del suo primo concerto a Firenze (maggio 2018, Webern e Rachmaninov) e l'eccellente Bartok, quanto teso Dvorak del ritorno, sono a suo favore.
Quando una buona orchestra-come quella del Maggio-suona con accuratezza, bell'insieme e particolari, non sempre รจ facile dare (e giusto) il merito al direttore, che magรฌe non ne puรฒ fare se il corno spernacchia o il violino non รจ intonato.
Pure il risultato in un'opera cosรฌ densa quale il Concerto per orchestra BB 123 del maestro ungherese, con le sue architetture novecentesche ma con rinvii quanto meno neo-classici e anche anteriori, i colori tipici in Bartok e della sua tavolozza strumentale, vi รจ stato.
Altrettanto (ed anche piรน, per la lezione viottiana) nel capolavoro di Dvorak, quella brahmsiana sua settima sinfonia, che perรฒ ha una scioltezza, un dinamismo ed una verve sconosciuti all'Amburghese, probabilmente il capolavoro (nell'ambito delle sinfonie sue) del compositore ceco.
Lorenzo Viotti vi si tuffa a piene mani, canta con l'orchestra ed il suo gesto รจ ampio, flessuoso ma pulito e senza eccessi, la postura รจ quella vecchio stile, il tronco, braccia, mani รฌndicano e dispongono, ma le gambe sono ferme e senza agitazioni molto in voga tra i giovani direttori.
Il quarto movimento รจ la parte piรน impressionante e dimostrativa delle sue qualitร e capacitร , le ultime battute ("Molto maestoso" ff) con i celebri accordi "fz" a sigillo della partitura, vigorosi e magnetici.
Vi รจ una linea interpretativa ed esecutiva della "Settima" che realizza la pagina quasi cameristicamente; Viotti invece propone sempre e poi, proprio nel finale, la variante drammatica, con spinta del suono e della materia, in un effetto va detto travolgente (il crescendo-non scritto ma รฌnsito-alla penultima battuta). Ed il successo รจ pieno. La formazione lo applaude, egli indica le parti tutte e le sezioni nelle quattro chiamate (l'ultima imposta e riservata dal primo violino per il direttore), i "bravo" dalla sala giungono ripetuti e sonori.
E il direttore ringrazia, alla vecchia maniera, mano sul cuore, inchino misurato, con le sue scarpe enormi (44/45?), in tela (?), dalla vistosa suola gommata bianca che scandalizzano una signora nell'intervallo, una giacca doppio petto che tira un po' troppo, il collo dell'immacolata camicia che stantuffa un tantino ed un saluto con la mano sinistra alle gallerie.
Domani accadrร .
https://www.maggiofiorentino.com/events ... -viotti-3/
Recensioni su Musician
L'opinione della gente
I suoni di Milleunanota
Meraviglia musicale
Muti, pizze e panzerotti (pugliesi)
19 aprile 2019
Dobbiamo ammetterlo. Il programma, agiografico sia pure, su Riccardo Muti, appena passato su RAI3, per la serie โA raccontare comincia tuโ, รจ un assoluto e perfetto prodotto della nostra attuale televisione con diversi pregi di una volta e nessun โdifettoโ di quelli che invece oggi il mezzo propรฌna ed รจ pure obbligato a concedere per un pubblico โincoltoโ.
Chi non ha potuto vederlo in diretta o soprattutto voluto vederlo, si ricreda e segua-come abbiam fatto noi-andando a cercarlo su Rai Replay.
Non sappiamo nella lunga lista dati dai โcreditsโ della trasmissione a chi fare i nostri complimenti, se alla Carrร , Iapino e Paloschi certamente, autori principali, certo a chi ha selezionato, approntato, costruito la messa in scena mirabilmente mescolando con astuzia il vero e il falso, quasi pirandellianamente, del Signore e Maestro con i luoghi comuni e le bizzarrie, le profonditร , lโaneddotica, lโameno ed il frivolo, con il pessimismo e la filosofia ed estetica e molto altro ancora.
Su tutto e tutti perรฒ (a parte lo Maessschtre) sta una portentosa ed affascinante Raffaella Carrร , seducente conduttrice ed ospite, di questo โbignaminoโ musicale dedicato ad uno dei โpiรน grandi direttori dโorchestra di tutti i tempiโ (cit. Carrร al ventesimo secondo dallโinizio del programma).
Con una serenitร e compostezza ammirabile, entra e viene ammessa-chรฉ, vien precisato alla fine-i Muti non fanno mai entrare alcuno in casa loro (una casa meravigliosa ed onestamente โbellissimaโ), a tu per tu col musicista a ripercorrere le tappe della sua vita umana ed artistica.
Niente di nuovo?
Piรน o meno: lโinconoscibilitร della musica, lo spettatore specialista e quello comune, lโinutilitร del cosiddetto critico da quattro soldi (oggi piรน che mai sui Social ed Internet), la solitudine alla Toscaniniโฆ
Sรฌ, ma ciรฒ a cui plaudiamo รจ proprio la realizzazione artistica e tecnica del programma, alla fine del quale la promozione e santificazione bonaria dellโillustre direttore, ti conquista e fa correre ai siti governati dai manager familiari, per lโacquisto di una biografia con โautografo a manoโ (???) o altri materiali dello shop della Casa musicale mutiana.
Ma anche-va precisato dando a Cesare-una certa simpatia che ti prende in fine, pure a te, proprio a te che dello Maessschtre sempre hai detto male o hai avuto piรน riserve che altro, tu che al suo โMacbethโ, ti infervori e gridi โbravoโ con convincimento.
Dopotutto meglio un ritratto da vivo che uno post mortem.
E dunque viva Muti!
Mentre ricordiamo ad un utente che ha aperto su OC, un โtopicโ titolato โMuti Opera Academy โ qualcuno ci รจ stato?โ, che allโinizio del programma pure Raffaella, andando in quel di Ravenna, dice che prima di andare dallo โMaessschtreโ, ne approfitta per visitare Padre Dante e la bella cittร โฆ
Chissร se poi รจ rimasta a pranzo dai Muti o son andanti in quella pizzeria nel centro cittร , dove il direttore offre-a latere delle sue accademie-pizze e panzerotti pugliesiโฆ
Lo jettatore allโopera (allโOpera). Di Firenze.
1 giugno 2019
Eโ simpatico (talvolta) che qualcuno colga al volo la tua discussione post teatro e ti si avvicini educatamente per dire la sua, confortarti, precisarti, raccontare, correggere, approfondire, chiosare.
Perรฒ non sopporto gli jettatori, in questo caso una jettatrice (per par condicio) che si apparenta con altri che hai avuto alle spalle in sala e tenevano una linea simile.
Il mondo teatrale, dellโOpera e musicale ne ha diversi, richiama un poโ le bellissime ragioni e i meccanismi drammaturgici da โUn ballo in mascheraโ, o โPagliacciโ, del teatro nel teatro, ove tutto si mescola, Cร bala e Smorfia incluse.
Nello specifico che cito il punto era costituito dal concerto (ma poteva essere tutto) di Pinchas Zukerman al violino per Mozart e Brahms qui con la di lui piรน giovane moglie e cellista Amanda Forsyth, accompagnati (corsivo nostro e voluto) dallโamico Mehta.
Si sa che il Maestro indiano entra ora col bastone, dirige seduto, limita a due le uscite a fine concerto, le sue vicende (peraltro con esito felice, tantโรจ che eccolo qui) sono note. Ma dietro me due vegliarde osservano: โO โome lโรจ inveโhiatoโฆโ
La jettatrice invece ti informa che una prova del Mozart รจ stata sospesa per malessere di Zubin e che tutto Brahms si รจ retto sul lavoro di Zukerman, il quale-ci ricorda la tizia-per fortuna รจ anche direttore dโorchestra. Chissร -si chiede la ben gentile-adesso le prove di โSheherazadeโ per il concerto del 2 giugnoโฆ Male che vada-chiosa-ci sarร Barenboim (suona il III di Beethoven) dirigerร lui (!!!): per fortuna (precisazione ulteriore) che Daniel oltre che amico di Mehta รจ direttore pure isso.
A poco serve notare che Mehta era stato dato giร per spacciato prima della sosta oltre annuale e delle terapie in America e della ripresa, con impegni giร stabiliti ovunque (vedi Scala nuova stagione).
Ancor meno quello che un qualunque insegnante vi farร osservare e cioรจ che-sia Mozart o Brahms vedi sopra-un direttore (sia egli Karajan o Veronesi) in un concerto per solista ed orchestra sempre โaccompagnaโ e che de facto รจ il solista a stabilire e-paradossalmente-a condurre il gioco, anche quando magari il solista รจ fresco di diploma. Non essendo il caso di Zukerman a maggior ragione se lui ha effettivamente retto la serata, ma non oltre quanto comunque sarebbe stato (e con esito positivo รจ poi accaduto). E che i pezzi sono di repertorio e noti allโorchestra.
Conclusione della jettatrice: โLei viene a sentire domenica il concerto? Mahโฆ Chissร โฆ Io adesso torno al mare e poi qualcosa succederร โฆโ.
UN OMAGGIO SPECIALE
17-18 GENNAIO 2019
Un rullante accecante, la percussione in crescendo e lโorchestra del Maggio, con il primo violino in piedi che conduce, attacca con vigore una versione stile โBerlinerโ di โTanti auguri a teโ, allโarrivo al proscenio di Re Luisi XIV, nei ringraziamenti allโultima recita dell'โOlandese volanteโ.
E cantanti, coro e il pubblico (sic!) cantano concordi la celeberrima melodia che le sorelle Mildred e Patty Smith scrissero nel 1893, ignare-loro-che sarebbe diventata quel che poi รจ avvenuto per quelle poche, semplici note.
Guidato vocalmente dallโirruente voce della Senta di turno, Marjorie Owens, per nulla al mondo avremmo perso questa occasione e in piedi eravamo commossi come-a vederlo-era anche โluiโ.
In fondo sessantโanni sono un bel traguardo, nella vita e specialmente in quella con la musica.
Piรน qualche balocco e profumo, ovviamente.
Lunga vita al Re!
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https://www.youtube.com/watch?v=kp2utyB4fGY
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UN ARTICOLO PARTICOLARE
23 FEBBRAIO 2019
O voi che ritenete un maestro del Novecento-ottuagenario-come non piรน in grado di dare ed essere quel grandissimo musicista che sempre Zubin Mehta รจ stato, il cui gesto e la sua chiarezza sono proverbiali, coccolato lui studente da uno dei didatti piรน insigni quali Hans Swarowsky (assieme a Claudio Abbado suo compagno di studi), interprete perfetto-il direttore indiano-del repertorio tutto con punte su Wagner, Mahler e Richard Strauss, ebbene, voi che dovete accontentarvi-giocoforza-di quel che passa il convento, voi-eterni schifiltosi e scontenti-accettate la realtร .
Mehta, dopo lโassenza forzata e forzosa, superata vittoriosamente la malattia, รจ ritornato per il preannunciato concerto del 23 febbraio al Teatro del Maggio-esauritissimo-accolto dal suo pubblico fiorentino che tanto gli รจ affezionato, cosรฌ come la sua orchestra che-รจ la veritร nelle parole (sia pure di camerino)-tรฒllera appena Re Luisi XIV, superbo quanto noioso kapellmeister imposto per motivi di parte (se avesse dovuto-stile Wiener o Berliner-decidere la formazione, ben altri sarebbero stati i nomi scelti; gatta ci cova).
Il suo Bruckner รจ perfettamente noto e proprio qui al Maggio presentato in superbe edizioni: attuale, moderno, ieratico ma visto in chiave contemporanea. La compagine lo esegue con dovizia di accenti e perfetti interventi nella processione tipica del maestro austriaco.
Concerto dedicato alla memoria-nel centenario della nascita-ad uno dei vecchi e grandi organizzatori e promotori dello spettacolo, qual fu Paolo Grassi.
O voi che vi siete dovuti sorbire le peggio esperienze in fatto di reggitori e sovrintendenti, non ultimo il predecessore di Chiarot (questโultimo invece una mosca bianca al quale va il nostro affetto e consenso, malgrado tutto), ricordatevi dellโesperienza di Grassi-inventore non solo del โPiccoloโ milanese con Strehler-ma di una luminosa stagione scaligera nella efficacia data anche dalla responsabilitร musicale di quel Claudio Abbado di cui รจ stato ricordato il quinto anniversario della dolorosa scomparsa.
Al Maggio 2019 Mehta tornerร altre tre volte e noi saremo con lui e per lui.
Grati e commossi per quanto ancora continua a fare per la Cultura, la Musica e Firenze!
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https://www.maggiofiorentino.com/events/zubin-mehta/
https://www.maggiofiorentino.com/event_ โฆ iorentino/
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I CONTRIBUTI ORIGINALI
INVITO ALL'ASCOLTO
Una segnalazione di ascolto e visione
11 giugno 2019
Siccome un buon "critico" deve cercare le dolenti note ovunque, specie allorquando il coro di giubilo รจ unanime, troverรฒ in questa nota tutto il "male" possibile dell'evento in oggetto, non per gioco ma per metodo. Mi serviranno anche le osservazioni blasonate e meno apparse qui e lร , i saggi colti e coltissimi e la mia opinione, che sia pure per sua stessa definizione personale e soggettiva (ergo fallace)-รจ quel che ti distingue.
E' stato gridato al miracolo (di Asmik) nella notte della prima, con cronaca di applausi deliranti e standing ovation, d'accordo, ma alla quarta recita del 7 giugno, oltre una certa scarsitร di pubblico, di furore da parte degli spettatori non รจ lecito parlare, malgrado l'applauso incautamente partito alla fine III, sul lunghissimo accordo conclusivo, nello svettare delle note acute di flauti e violini, insomma quasi come fosse il finale (I) di Bohรจme, segno di coinvolgimento degli astanti sia pure. Ma gallerie e platea si sono svuotate ben presto dopotutto, anche se i due protagonisti hanno avuto una chiamata fuori sipario dopo il II quadro.
Non che la musica e l'argomento stesso ben piรน che validi e seduttivi, lascino il fruitore smarrito. L'eclettismo di Korngold รจ palese ma gioca a suo favore e se Richard Strauss ne temeva per una possibile concorrenza pericolosa, aveva motivo. Perรฒ questa straripante opera lirica di un ventitreenne (con altri ben 4 titoli, sconosciutissimi ai piรน), รจ godibile appieno se si ha dimestichezza con e da Wagner in su, Richard Strauss ("Salome" etc.), Mahler ("Das Klagende Lied" et a.), seconda scuola di Vienna nessun assente, Debussy pure, incluso Puccini e operetta non esclusa.
Se si annotano-sul libretto o su uno spartito, a margine-le musiche non copiate ma evocate, i nomi che verranno scritti saranno quelli, ma-con puntualitร -toccherร scrivere precisamente "Korngold", quello delle future colonne sonore americane [*].
Il ragionamento di Puccini non faceva una grinza: "Tu mio caro, sei troppo bravo, piรน del necessario, il doppio dell'occorrente per aver notorietร e soldi: non c'รจ bisogno di tutta questa fatica, dai! Guarda me. Dobbiamo saper far di tutto, ma non fare (e mettere) tutto".
Tutto-invece-e a solito suo, vuole il regista Vick, che mette sempre oltre il necessario, non importa se stia facendo la "Dama di picche", o "Macbeth" o "Stiffelio": il suo trucco รจ di operare per addizione e moltiplicazione. Ed รจ-inoltre-il classico regista che se (per intendersi) รจ anti-cattolico, prenderร ogni spunto per una variazione dissacratoria sul tema oppure conforterร la scena di erotismo, orge, nudi, mignottismo e travestiti, senza mai dimenticare dell'immancabile citazione al Terzo Reich.
Vick non รจ un genio dell'opera lirica-guardatevene bene dal crederlo pure se tentano di contrabbandarvelo: รจ abile talvolta, ma null'altro che abile. Le cadute di gusto, diffuse, sia per ciรฒ che sta in scena, sia per ciรฒ che la scena vuole secondo lui mostrare, in (apparente) allineamento con la musica e la creazione originale, lo provano e in questa "Cittร morta" non mancano. Meno fastidiose che le sue incursioni sui titoli "classici" verdiani per esempio, data l'origine del lavoro di Korngold, ben bene infarcito degli spunti psicoanalitici doc. La musica del mitteleuropeo Erich รจ autentica musica contemporanea oltre lo specifico ma il teatro la fa da padrone. Cosรฌ stando le cose per Vick รจ un invito a nozze, ma che egli sia un reale conoscitore della musica (l'affermazione si basa sul suo atteggiamento di base) รจ dubbio.
Rimane da dire del risultato esecutivo, con una eccellenza strumentale ed un dispiego di voci-attori di cui si รจ tanto detto ed รจ superfluo tornarvi. Il fatto รจ che-con quel po' di buono dell'allestimento (a modo suo persin sontuoso)-il livello (lo standard) di questa felice edizione, รจ eccezionale nella misura in cui in terra nostra non si รจ abituati a sentire e vedere, poichรฉ varcate le Alpi, non piรน lontano di Zurigo (nome a caso), questo รจ il minimo sindacale. Ossia, in Scala si รจ data una cosa normale o per meglio dire, come dovrebbe essere sempre.
Ciรฒ non toglie che la prova della Grigorian sia da minimizzare e cosรฌ dell'intero cast vocale, con un eccellente Klaus Florian Vogt messo in secondo piano nelle critiche pur lodevoli rispetto alle avvenenze della bella Asmik.
La scrittura di quest'opera non risparmia niente e nessuno, รจ come cantare un atto di Walkiria + Tosca + Cavaliere della rosa e muoversi di conseguenza, fate voi.
Mentre raccomandiamo di ascoltare il resto della produzione teatrale e musicale di Korngold di cui sotto, e il prezioso documento foto-audio con lo stesso compositore al pianoforte che realizza una sintesi dei suoi piรน noti temi cinematografici.
โ
[*] Le altre opere liriche di Korngold:
Der Ring des Polykrates (1916)
https://www.youtube.com/watch?v=qOfzsAeq9ZQ
Violanta (1916)
https://www.youtube.com/watch?v=hZqixbEDV9g
Das Wunder der Heliane (1927)
https://www.youtube.com/watch?v=jdGvTs8EzXY
Die Kathrin (1939)
https://www.youtube.com/watch?v=dMakQ2jqrJg
Alcune opere sinfoniche:
Concerto per pianoforte (composto 1923; prima esecuzione 1924)
https://www.youtube.com/watch?v=bGulyl8bzgQ
Concerto per violino, op.35 (composto 1945; prima esecuzione 1947)
https://www.youtube.com/watch?v=wTMFgk2i7Po
Sinfonia in fa diesis maggiore, Op.40 (composta nel periodo 1947-52; prima esecuzione 1954)
https://www.youtube.com/watch?v=JEgrnh0yjaw
Un pezzo di musica da camera (su una dozzina):
Quintetto per due violini, viola, violoncello e pianoforte in Mi maggiore, op. 15 (composto nel 1920 prima esecuzione 1923)
https://www.youtube.com/watch?v=WX-3DWxS8t4
Una famosa colonna sonora:
per il film "Delitti senza castigo" (Kings Row ,1942) di Sam Wood (con Roland Reagan)
(sintesi)
โ
Korngold suona i suoi motivi dai film piรน famosi per i quali ha scritto la musica (con foto sue):
โhttps://youtu.be/kOxMuSXgl2Y
โ
โ
โ
โ
โ
Unโaltra Francesca (da Rimini). Antonio Bazzini
8 luglio 2019
Come noto Verdi ripeteva il refrain โlโopera รจ lโopera, la sinfonia รจ la sinfoniaโ.
Per le ragioni che anche i piรน sprovveduti melomani sanno, lโItalia-nellโOttocento in special modo-eccelse nel teatro dโopera, ma non nel campo strumentale, sinfonico, con qualche tentativo-per lo piรน inefficace, pure questo รจ notorio-laddove tuttavia, รจ bene ricordarlo, in tempi coevi, oltre confine, un Mozart aveva pur scritto mirabilmente per uno e lโaltro versante e la scuola russa per esempio porgeva capolavori di alto sinfonismo e palcoscenico lirico.Puccini, โeredeโ legittimo da un lato di Verdi, ma non insensibile al sinfonismo oltrโalpe, ebbe tra i suoi maestri al conservatorio un esponente di tutto rispetto quale Antonio Bazzini, bresciano, di cui si รจ celebrato questโanno il 200mo della nascita con un Convegno nello scorso autunno [*].
Concertista e musicista piรน che ammirato da Schumann e Mendelssohn che lo stimavano di fatto come libero pensatore musicale soprattutto, divenne in seguito direttore del Verdi di Milano ove insegnรฒ a Puccini, Catalani e Mascagni (non senza significato lโelemento sinfonico presente per lโappunto in questi tre nomi e nelle loro opere liriche).Scrisse ben prima di Busoni e Puccini โTurandaโ, unica propria opera lirica. Partecipรฒ al progetto di una Messa per Rossini (1869) con il โDies Iraeโ (molto bello) poi mai eseguito sino al 1988 (Verdi pure col โLibera meโ utilizzato nel proprio Requiem).
Di indole schietta non esitava a chiedersi se Verdi per quel pur grande capolavoro che apparve subito โAidaโ di Verdi, non fosse troppo pagato in fondo, si lagnava con Ricordi per il taglio dei Ballabili del โTellโ nel 1867 per far spazio ad altro โsolito ballo in 15 attiโ, avanzava dubbi sul โDon Carlosโ, si lamenta di non conoscere musicisti di valore come Gounod, Massenet e Saint-Saรซns (โma son tanti rari in Italia, artisti di quella tempraโ) e scriveva della sua esperienza di commissario al conservatorio (1875):
โAbbiamo esaminati in tre giorni circa 40 aspiranti di composizione!! Cโรจ da morire. Credo che la gioventรน diventi matta; a 20, 22, 24 anni, sapendo poco o niente, si presentano per studiare composizione. Noi esaminatori con accordo perfetto abbiamo fatto molto consumo di 5 e di 4โฆโ
E alla mamma di Puccini dice che il ragazzo progredisce nello studio della composizione ma trascura pianoforte, estetica e drammatica, malgrado le sue esortazioni ma promette in avvenire un occhio di riguardo, se studierร โcon fermo proposito e adattamento ai regolamenti disciplinariโ.
Il tema tanto caro ed utilizzato nel tempo in campo dal letterario al visivo, a quello musicale, del personaggio di Francesca da Rimini, interessรฒ vivamente il Bazzini che compose un โpoema Sinfonicoโ (sic grafรฌa dellโAutore), โtratta dal Vยฐ Canto dellโInferno di Danteโ. Lโopera nella seconda versione di Bazzini pubblicata infine come opus 77 nellโagosto 1889 a Leipzig da Fรผrstner [**], suscitรฒ lโinteresse di Hans von Bulow che volle includerla in due concerti (il 18 e 19 febbraio 1889) con la Filarmonica di Berlino, davanti (la seconda sera) a 3.000 persone.
Nel girargli la composizione lโeducato Bazzini chiosava a von Bulow che temeva per la seconda parte del poema โtroppo italiana per il gusto del pubblico dei concerti di Berlinoโ aggiungendo con cura: โLa musica sinfonica si giudica laggiรน con criteri assai diversi da quelli per le opere teatraliโ.
Al che il celebre direttore il quale accoglieva in fiducia e senza aver visto la partitura, rispondeva emblematicamente che se essa era โitalianaโ tanto meglio ed anzi era proprio quella seconda parte (ossia lโ Allegro impetuoso; Affettuoso con moto; Duo dโamore) che maggiormente lo interessava ed assicurava la massima cura (provata da giudizi sulla stampa locale coeva i quali parlarono di esecuzione meravigliosa).
In un appunto manoscritto a matita di Bazzini (in francese) lโintera composizione รจ minuziosamente descritta nellโintera propria struttura, nei temi, loro sviluppi, nellโarmonia, scelte strumentali, dโorchestrazione con i riferimenti letterari danteschi.
Scrive poi Antonio Rostagno (2008): [***]
Bazzini costruisce il brano a sezioni, con motivi ricorrenti continuamente trasformati; ad ogni sezione รจ apposto in โexergoโ un estratto dal Quinto canto dellโInferno. Il valore di questo poema sinfonico risiede, [โฆ] nella sua giusta misura fra stile italiano e assimilazione del linguaggio internazionale, nello specifico la trasformazione motivica wagneriana.
I grandi temi rimangono con le loro lunghe campate, soprattutto nel centrale โDuo dโamoreโ (dove forse non รจ estranea una suggestione dal secondo quadro del Romรฉo et Juliette di Berlioz), ma gli episodi piรน drammatici come il gran crescendo che porta alla conclusione sono intessuti di reminiscenze motiviche.
I motivi fondamentali si possono ridurre a due, come nella tradizione del poema sinfonico lisztiano: il primo รจ il motivo della โbufera infernalโ, dal quale discende uno dei motivi del โduo dโamoreโ motivo che ricorre dal โloco dโogni luce mutoโ in inizio, fino allโesplosione della โbufera infernal, che mai non restaโ.
Ritroviamo infine il motivo della bufera nellโโurloโ a tutta orchestra che conclude il poema sinfonico, con il quale le anime dei due sventurati amanti sono riafferrate dal turbine eterno.
(Finale di โFrancesca da Riminiโ versione 1889 vedi qui: https://drive.google.com/file/d/1dtLukHe4zm0qE_QfT97w9LdnIyZqiZkH/view?usp=sharing)
Non occorre soffermarsi sul significato di alcuni particolari grammaticali che Bazzini impiega nel trattamento di questo motivo โinfernaleโ; qualunque ascoltatore dโopera, soprattutto in quei decenni, riconosceva le quinte vuote, i movimenti cromatici, le raffiche sovracute degli strumentini, i timbri del clarinetto basso e [โฆ] del tam-tam, come attributi demoniaci, infernali appunto. Il โFaustโ di Gounod, il โMefistofeleโ di Boito e ancora il โRequiemโ di Verdi ne offrono esempi assai noti. E tuttavia il modello piรน diretto per Bazzini credo siano stati i molti passi analoghi che Liszt scrive nella identica intenzione significativa, dal โMephisto Walzerโ alla โDante-Symphonieโ, dalla โFaust-Symphonieโ ad โAprรฉs une Lecture de Danteโ.
Il secondo grande motivo รจ proprio dei personaggi e del loro dolore, quindi non dellโambiente come il primo: questo secondo รจ in realtร una costellazione di piรน motivi: un arpeggio ascendente, un disegno con due note ribattute: materiali semplici che continuamente possono trasformarsi ed entrare in contesti differenti, intrecciandosi con altri temi e motivi episodici, precisamente nello stile tristaniano. Ma, ripeto, non cโรจ il frammentismo, la โlenta transizioneโ wagneriana e resta invece la linea in grande della melodia italiana, che conduce lโascolto in modo sempre chiaro e immediatamente riconoscibile. (Rostagno)
Eโ singolare che nello stesso anno di prima composizione del lavoro di Bazzini (1877), senza sicuramente in quel momento alcuna correlazione, ฤajkovskij componesse la propria Fantasia โFrancesca da Riminiโ, op.32, anchโessa cospicuamente debitrice a Wagner [****]
Il compositore russo compose il proprio lavoro dallโottobre 1876 completando la strumentazione sempre nel 1876 (gli organici sono quasi identici tra Bazzini e ฤajkovskij). La prima avvenne a Mosca diretta da N.Rubinstein il 25 febbraio/9 marzo 1877 (a San Pietroburgo un anno dopo). A Berlino fu data (probabilmente come prima estera) il 2/14 settembre 1878 (ฤajkovskij la diresse nel 1888, febbraio/marzo a Parigi e un anno a seguire a Berlino).
Viceversa รจ da notare che attorno al 1884 Bazzini rifece il poema con il finale โseccoโ (come si รจ sin qui parlato e si potrร poi udire nella clip seguente). Esso fu eseguito a Bologna diretta da Giuseppe Martucci il 21 febbraio 1892. La precedente prima versione fu eseguita anche a Firenze alla fine del 1879 dallโOrchestra Fiorentina con ipotesi di replica successiva al โPaglianoโ (era giร stata data al โVittorio Emanueleโ di Torino poco prima). Una esecuzione della prima versione venne diretta da Luigi Mancinelli alla Societร del Quartetto di Bologna il 1mo marzo 1885 presente lโAutore.
โUn colpo di tam-tam riporta la tormenta infernale, che accompagna gli ultimi accenti strazianti di Francesca e Paolo. Una frase allโunisono (tutti) รจ come il grido supremo di disperazione e dโamore dei due sfortunati; ed un solo accordo secco e fortissimo di tutta lโorchestra termina lโopera sinfonicaโ.(Bazzini, note proprie manoscritte citate, in โSartoriโ)
Meno wagneriana, meno โtristanianaโ, piรน incisiva appare la versione Fรผrstner 1889, anche se lโaltra conserva una sua attrazione che un Puccini avrebbe raccolto.
Nella clip che ho costruito (46 minuti) รจ possibile ascoltare (solo audio) questo rarissimo pezzo prima nella versione del 1889 (RAI, Urbini, 1985), seguita da una esposizione (audio e video) del Professor Pierangelo Pelucchi del Marenzio di Brescia che illustra anche lo svolgimento della composizione e da ultima la interessantissima e buona proposta (audio e video) dellโorchestra โSTU.D.I.O.โ (Conservatorio di Brescia) della versione originale 1877, del 26 novembre 2018 al Teatro Sociale di Brescia.
Va notato, a correggere lโaffermazione del Prof. Pelucchi, che nel XX secolo โFrancesca da Riminiโ di Bazzini fu, sรฌ, poco eseguita ma tuttavia, come dimostra la mia clip, eseguita nel 1985 (10 luglio) ai Concerti pubblici della RAI di Milano (e trasmessa subito ed ancora sul V canale della Filodiffusione e poi a RadioTre Rai), diretta da Pierluigi Urbini; unโaltra esecuzione si ebbe nello spettacolo di Maurizio Scaparro alla Rocca Malatestiana di Rimini, nellโambito della 45esima edizione della Sagra Musicale, il 23 agosto 1994, Orchestra Filarmonica della Slesia di Katowice diretta da Carl Melles.
Tutte le citazioni ed informazioni si rifanno quando non menzionato al basilare volume di Claudio Sartori Lโ avventura del violino, 1978, ERI, Torino. Ricerche originali mie proprie.
[*] https://www.consbs.it/content/uploads/2 โฆ hevole.pdf
[**] https://imslp.org/wiki/Francesca_da_Rim โฆ C_Antonio)
[***] La musica per orchestra nella storia dellโItalia ottocentesca in โPolitica e cultura nel Risorgimento italiano, Genova 1857 e la fondazione della Societร Ligure di Storia Patria, Atti del convegno, Genova, 4-6 febbraio 2008, pp. 22-27
[****] Valga bene questa interpretazione: https://www.youtube.com/watch?v=l0hoKI0Ak6w
Il video comparativo:
https://www.youtube.com/watch?v=HXg8gwY4vrI
altro link al video: https://www.dropbox.com/s/v65lxg6g7qc4e โฆ t.mp4?dl=0
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16 giugno 2019
Deve essere proprio vera la storia che da morti siamo tutti migliori anche agli occhi dei nemici e denigratori, muoviamo a umana compassione, e che poi chi muore giace e chi vive si dร pace.
Per tutta una vita-accanto, certo, alle fortune e consensi di Zeffirelli-ho sempre sentito lamentazioni per non dire ostilitร non solo di pancia o colore politico, verso il Maestro.
Che i suoi spettacoli fossero in fondo di secondโordine, routine, sia pure di un certo livello, ma ripetitivi, talvolta grossolani nella loro โstereotipiaโ, nel loro oleografismo.
Li ho visti i suoi film e non ve ne รจ uno, dico uno, che mi abbia veramente interessato e commosso.
Certo, lui detestava e rimproverava i film di Pasolini (di cui ammetteva tuttavia la grandezza come poeta), film quegli altri non facili come i suoi, ma almeno la regia esisteva sul serio nelle opere pasoliniane.
Da bravo fiorentino era di molto polemico e si annetteva alcuni vizi e molte virtรน, nel privato, nel pubblico, nello specifico dello spettacolo. Come ha pure rammentato Chiarot, sovrintendente del Maggio, si compiaceva dellโaver portato il Giglio per il mondo.
Si compiaceva pure di essere (diceva lui) lโerede di Visconti (che-diceva sempre lui medesimo-non era per nulla di sinistra, anzi comunista): nella realtร i film di Luchino sono quasi tutti dei capolavori la cui ipotetica scomparsa sarebbe una perdita per la Cultura, laddove la sempre ipotetica scomparsa delle pellicole zeffirelliane, poco priverebbe la storia del settore, salvo sโintende, come testimonianza di quel gusto calligrafico ripetuto incessantemente. Troppo ne corre.
Capace ed abile scenografo e costumista nel teatro lirico, creava ad esempio un โBallo in mascheraโ alla Scala (1972) dove allโaprirsi del sipario allโinizio, la gente osservava: โSembra un quadro di Rembrandtโ e sempre nello stesso allestimento, il cambio di scena a sipario alzato, sulla sala del ballo alla fine, per il caleidoscopio di luci, obbligava a facili applausi regolari da fiera.
La super-compressa โTurandotโ scaligera del 1983 o la penosa incursione ne โIl lago dei cigniโ sempre a Milano nel 1985, sono ricorrenti testimonianze di un limite estetico e costituzionale che sempre lo ha accompagnato-coerentemente va detto-per lโintera carriera.
La bontร della sua celeberrima โBohรจmeโ (1963, Vienna) รจ paradigmatica per quanto si รจ sin qui detto.
Riuscivano meglio le prove nella prosa, ma va detto che si avvaleva sempre di attori grandissimi che da soli avrebbero fatto il successo di quasi qualsiasi messa in scena.
Fiero delle sue amicizie e dei suoi gioielli (la Callas, Kleiber, i bei giovanotti e belle donne) li usava senza batter ciglio, e quando dentro essi-nel caso accadesse-poco vi era (si pensi allโattore Powell nel โGesรนโ)-ne utilizzava lโinvolucro esteriore per un bozzettismo sin troppo evidente.
Non parliamo nei titoli cinematografici di autentiche sciocchezze come โAmore senza fineโ (1981) e โIl giovane Toscaniniโ (1988) mortalmente noioso da ogni punto lo si consideri.
Cosรฌ, siccome prima o poi tocca a tutti e Franco Zeffirelli (RIP) aveva toccato lโinvidiabile traguardo dei 96 anni, anche lui ora se ne รจ andato come sโusa dire ma, se pure criticamente, dopotutto siamo qui a parlarne.
16 giugno 2019
โ
A Mozart piacevano le donne, รจ noto.
Piacciono sicuro ai programmisti del Maggio Musicale e vari responsabili piรน o meno, che si son dati da fare dal famoso allestimento bislacco della โCarmenโ anti-femminicidio.
Ecco infatti un Mozart al femminile (preludio di studi ulteriori nel repertorio di Wolfgang-non Korngold, benchรฉ facesse Wolf di secondo nome), con direttore (o direttrice? No: colei era quella delle elementari) e pure regista del gentil sesso. Niente paura perรฒ, il Conte e Figaro erano (per stavolta ancora) un maschietto. Del resto cโรจ sempre di mezzo Cherubino.
โ
Vi รจ una scuola di pensiero (di femminil provenienza) la quale (โscientificamenteโ) ritiene il maschio abbastanza incapace ed inutile e che di maschi ne bastino giusto tre o quattro, per adempiere a un paio di cosette. Non importa se chi lo afferma sia una racchia. E comunque vi รจ lโaltra corrente (maschilista) che ritiene le donne siano โdellโuomo la disperazionโ (Eterni dei!!!).
Nello specifico musicale si discute e ridiscute di tanto in tanto dellโimpossibilitร di un Karajan senza i gioielli: mai esistito in effetti e non tiratemi fuori la Dudarova chรฉ aveva i baffi!
โ
Per cui ecco a voi la bella Kristiina Poska, cancerina nata nel 1978 in Estonia che ha il suo buon curriculino e lavora attorno allo straordinario capolavoro assoluto di Mozart, pieno di ammiccamenti palesi al conflitto proprio tra maschi e femmine. Perfetto, verrebbe da dire.
In piรน cโรจ la regista Sonia Bergamasco, capricorno doc, milanese del 1966, diplomata (per fortuna) in pianoforte al Verdi di Milano e alla Scuola del Piccolo, la quale ha lavorato con fior di registi teatrali e cinematografici, premiata parecchio.
โ
Io non capisco tutto questo bisogno di insistere sulla โpensataโ di โNozzeโ o quel che sia โal femminileโ.
Quindi abbiamo sempre visto tal opera โal maschileโ! Proporrei perciรฒ una possibilitร bisex per giusta condicio. Fร tela e basta. I propagandisti del โfemminil comporreโ non si avvedono che rendono un pessimo servizio alla causa di non emarginare le donne, le quali non debbon stare solo in cucina. Insomma, i difensori delle donne odorano di doppiogiochismo: sono fermamente maschilisti dentro, ma tolleranti e furbescamente accondiscendenti di fuori.
Attendiamo in ogni caso un โBorisโ al femminile e una โSuor Angelicaโ al maschile.
โ
Lo spettacolo รจ giocato largamente per non dire del tutto quasi, sul contrasto cromatico dei bei costumi disegnati da Gianluca Sbicca laddove la regista si serve di tredici tinte diverse negli altrettanti personaggi della distribuzione, a caratterizzare i medesimi e a giustapporre, confrontare e opporre i ruoli e le azioni degli agenti. Cosรฌ-per esemplificare-Figaro veste (costantemente, come tutti) di un bel bordรฒ a sottolineare il suo carattere impetuoso e deciso. Susanna di un marcato ocra che rinvia al peperino temperamento della ragazza. Il conte e sua moglie tingono di bianco, panna ed avorio, fra loro affini, a sottolineare-sโintende-il loro legame coniugale. E cosรฌ via.
โ
Evidentemente la regista Bergamasco ha una filรฌa per il verde biliardo, dal momento pure che lโatto iniziale รจ rappresentato proprio in una sala da gioco col tavolo deputato, mentre il colore suddetto proseguirร a tornare in tutti gli altri atti dellโallestimento. Giochi di ombre, luci, silhouette strehleriane specie nel finale (tricorni inclusi), pastelli e gruppi di popolani iridati non sarebbero dispiaciuti al commemorato Zeffirelli ad apertura serata), occupano una larga parte della rappresentazione.
Quel che allโinizio parrebbe solo un dettaglio, diventa invece un motivo non solo di appagamento visivo, ma verosimilmente di lavoro ideativo per la regia, seppur abbastanza compiaciuto, un poโ fine a se stesso, benchรฉ certamente gradevole.
โ
Se questo (e qualcosโaltro) sia la versione โfemminileโ dellโopera mozartiana non si potrebbe dire essa appaia travolgente. Per coloro i quali credono che il sesso debole abbia i tratti del cartoncino multicolore e risolva in superficie, il risultato soft dellโinsieme darebbe ragione.
โ
Una piacevole sorpresa risulta la direzione di Kristiina Poska, la quale non usa la partitura e tiene la bacchetta con la sinistra, iniziando con lโOuverture in sordina, pacatamente ma infervorandosi via via, con una gestualitร molto maschia, riuscendo a non pochi giochi di nuance della dinamica ed agogica, offrendo un Mozart da un lato perfettamente settecentesco, dallโaltro risultato delle riconsiderazioni posteriori della sua musica. Ne beneficia lโesaltazione di una miracolosa partitura che-come noto-in quanto a fiume melodico ed incessante virtuosismo inventivo, non ha eguali nella storia della musica, eccezion fatta forse per โCarmenโ (ma Bizet era un mozartiano).
โ
Il cast vocale ha dato una buona prova di affiatamento e troppo lungo sarebbe fare i nomi (provvederanno i censori ufficiali a redigere lโelenco telefonico), ma dovranno essere menzionati almeno i nomi di Simone Del Savio che per la sua armonia e pastositร vocale e riuscita attoriale, si รจ meritato i consensi maggiori condivisi parimenti con Valentina Mastrangelo, รจ una Susanna estremamente riuscita.
In fondo lโesito assai felice della prima (malgrado i non pochi vocianti amici ed invitati del cast e produttori) prova che le maniere gentili ed aggraziate da un canto, e una robusta decisione esecutiva, possono in unโepoca di performance ed allestimenti dissacranti o iniqui, funzionare.
โ
https://www.youtube.com/watch?v=u72Sri6PyFA
โ
*https://www.maggiofiorentino.com/events/le-nozze-di-figaro-3/
27 giugno 2019
Corre usanza non leggere ciรฒ che non aggrada, quello che si ritiene, vai!, persin demenziale, saccente, arrogante, presuntuoso e pretestuoso, polemico oltre ogni misura. Ergo-molti, qui ed altrove-hanno deciso che il bon ton non si addice a Paolo Isotta, e alla sua velenosa penna.
Il suo doppio addirittura necrologio su Zeffirelli basta ed avanza ad esemplificare [1] [2].
Non meno probante forse un altro articolo [3] ove il celeberrimo critico e musicologo riesce a condensare il proprio pensiero su tanti diversi momenti, fatti e personaggi dell'attualitร d'opera: la Bartoli, Pereira, il prossimo Meyer, tutti i Teatri italiani, tutti (o quasi) i politici italici, sovrintendenti doc come il beneamato Chiarot a Firenze e forse qualcun altro e qualcosa d'ulteriore, deve esserci sfuggito.
Val la pena di leggerlo, adesso e sempre. Anche perchรฉ รจ troppo facile liquidare con aria di sufficienza chi-devi ammettere-tecnicamente nello specifico musicale, ne sa piรน di te e in quanto a cultura generale ti faresti tagliare un gioiello inguinale, per riuscire ad avere il di lui eloquio.
Tanto รจ vero che spesso non pochi "nemici" hanno ammesso di dover essere grati al dottor Isotta, per aver in tempi pregressi, loro illuminato su aspetti della storia musicale.
In fin dei conti, lui, "Tristano", ha insegnato dal 1971 al 1994 Storia della Musica ai Conservatori di Torino e Napoli e per 35 anni ha scritto sul CdS. Diplomato con Vincenzo Vitale e in composizione con Parodi e Dionisi. Quanti di coloro che scrivono e propongono le loro osservazioni qui e lร , possono vantare simili titoli, che non siano piuttosto il primo corso del Pozzoli e sei mesi di armonia elementare, piรน qualche grattata alla ghitarra o il "Piccolo montanaro" al pianoforte?
Del resto un vezzoso e vezzeggiato direttore in carriera pur ammettendo la canagliaggine di Isotta, tiene a precisare che "almeno lui" (rispetto ai critici della domenica) conosce la materia, tecnicamente ed esteticamente, laddove per molti di quegli altri, lo spartito rovesciato fa sempre brodo.
Omettendo qui i peggiori colpi bassi, per Paolo Isotta:
...il povero Chiarot ha cominciato a credersi la reicarnazione del maestro Siciliani e del maestro Vlad. Spiega ai direttori dโorchestra come si tiene la bacchetta in mano, come si concertano le opere, quali sono i tempi giusti nellโOtello di Rossini e nel Cortez di Spontini. Spiega ai compositori defunti (Wagner, Bizetโฆ.) come si scrivono le opere, e gliele rifร se non sono politically correct. Non scherzo. Ha trasformato la Carmen, che finisce nel modo piรน tragico, con lโuccisione di Don Josรจ da parte di lei: invece che con la morte di Carmen, ammazzata disperatamente da don Josรจ. La tragedia dellโeros come maledizione: trasformata nel femminismo che prevale pressi i cretini, come la vendetta della sigaraia oppressa dal maschio. Un mio conoscente, regista di prima sfera, gli ha chiesto: โMa come hai potuto farlo?โ Egli ha risposto: โNon capisci che tutti i giornali del mondo parleranno di me?โ [...] Negli spazi liberi dร gli ordini di scuderia. [in 3].
Ve ne sarebbe a sufficienza per esiliare, bandire dalle proprie letture il suddetto censore, secondo alcuni, non sarei d'accordo tuttavia.
Eppure capacissimo l'Isotta (stai fresco) di scritture lievi e sensibilissime come quelle facilmente reperibili su Internet, vedi queste due, una di tono familiare, l'altro dedicato ad un nome eccellentissimo della Letteratura contemporanea, Andrea Camilleri [4] e [5].
Con la qual cosa si potrebbe concludere che avere una propria opinione di scartare e far finta che non esista una faccenda, sia un bene, ma tenersi informato utilissimo, sia pure a rinsaldare le proprie opinioni negative su "quello lรฌ".
[1] http://www.paoloisotta.it/index.php/art ... zeffirelli
[2] http://www.paoloisotta.it/index.php/art ... ffirelli-2
[3] su "Il Fatto quotidiano" del 26.6.19 pag. 22 e poi: http://www.paoloisotta.it/index.php/articoli/260-scala
[4] http://www.paoloisotta.it/index.php/art ... ele-ghezzi
[5]http://www.paoloisotta.it/index.php/art ... -camilleri
29 giugno 2019
Macchรฉ Inno di Mameli, macchรฉ. Il nostro autentico inno esteso un poโ a tutto il pianeta, forse conosciuto nel mondo a pari notorietร soltanto con โVolareโ e โO sole mioโ รจ quel valzeraccio da quattro soldi di Beppino.
Ma sรฌ, dai, quello che si sente nellโopera che tanto piace a lo Maessschtre allโinizio del primo atto, ma che poi ti bissano post mortem della Violetta a Verona (2019), che ti propongono a Capodanno a Venezia sempre-sempre (Chung, 2019) come in tre quarti del globo, i Tre Tenores ovviamente ricordiamo (1994), il Volo in TV (2016 in memoriam dei Tenori predetti) e-i piรน piccolini non possono ricordarlo, ma fu cosa celeberrima-Deanna Durbin diretta da Leopold Stokovsky ad Hollywood, 1937 (la qual cosa prova che giร allโepoca si faceva promozione facilmente con mezzucci, efficacissimi tuttavia).
E alla Scala by Rolex (2019).
Che vuoi farci? Chissร quante volte ci toccherร ancora ascoltarlo, non tanto allโinterno dellโopera (ma non potremmo tagliarlo dunque?), ma in tutte le salse, occasioni e luoghi: magari sullโaereo che ci porta in vacanza, come la clip (3 minuti e 53 secondi) qui proposta evidenzia.
Detto altrimenti: nonnepossiamopiรน.
โ
ed anche qui:
https://drive.google.com/file/d/1qPsCpV โฆ sp=sharing
Vi piace Carmen (cosรฌ)? (ed.Rot)
3 luglio 2019
Presentata alla ROH tanto nei cinema tempo addietro (marzo 2018) ed ora nuovamente e in diretta su YT, ove giace per 30 giorni, la โCarmenโ nella edizione critica (ca. 2013) di Michael Rot [*] ha soprattutto il finale dellโopera giustificato dal lavoro stesso di Rot [**].
Qui di seguito รจ riproposto, mentre lโedizione londinese integrale รจ al link piรน sotto [***].
Molto semplicemente e senza voler rinnovare le questioni attorno alle vicende di messa in scena allโorigine e poi, come delle edizioni a stampa del capolavoro di Bizet, vi piace (musicalmente e di conseguenza drammaturgicamente) tale finale?
โ
โhttps://youtu.be/tebTmCzN1iw
โ
Secondo link pari video: https://www.dropbox.com/s/9hodznldwze63 โฆ t.mp4?dl=0
* https://de.wikipedia.org/wiki/Michael_Rot
** http://www.settlingscoresblog.net/p/mic โฆ on-of.html
*** https://www.youtube.com/watch?v=ER0Cj4DP4jo
L'AFFARE CHIAROT
14 luglio 2019
15 luglio 2019
17 luglio 2019
Buoni & Cattivi
(allโOpera e dintorni)
6 settembre 2019
Cโera una volta la โsquolaโ, quella con il โcapoclasseโ pure, che-in attesa dellโarrivo del prof-sulla nera lavagna divisa in due dal bianco gessetto, segnava nel campo sinistro i โBuoniโ e in quello destro i โCattiviโ.
Eโ vero: con lโopzione e possibilitร di cancellarli e trasferirli nellโaltro settore, e magari poi reinserirli lร dovโerano originariamente. Ci avrebbe pensato in sรฉguito il docente a fare i conti.
Che nella lista bianca e in quella nera finissero gli amichetti o gli invisi era molto probabile, anche quando (come capitรฒ a me per una solo โlegislaturaโ mensile, alle medie) vi era un irreprensibile e salomonico โcapociurmaโ. Un occhio di riguardo alla compagna carina o allโamico che ti invitava a casa sua per il tรจ cโera sempre, via!
โ
Pochissimi giorni fa mi sono imbattuto su una rubrica on-line di un ben noto periodico anche nella versione cartaceo-patinata, nella riflessione-breve e lapidaria (come da modalitร ivi)-di un popolare critico e commentatore musicale.
Nel pezzetto si parlava della storia per cui-attualmente-in tre grandi teatri italiani, vi siano/saranno tre stranieri a coprire il ruolo di sovrintendenti: tre su 14 Fondazioni.
Eโ vero anche che-non solo nel settore teatro/musica-gli allรฒgeni, se la cร vino meglio rispetto ai nostrani.
Da qui la domanda dellโosservatore โperchรฉ lโItalia produca cosรฌ pochi sovrintendenti di rilievoโ e attiguamente la considerazione โche le personalitร piรน interessanti, piรน moderne e innovative, capaci di qui e di lร , lavorino per lo piรน in provinciaโฆโ.
โ
A questo punto vengono menzionate le localitร โfeliciโ e fatti esplicitamente sei nomi (tre donne, tre maschi) che il Nostro promuove essendo โpersonaggi che sarebbero ampiamente abilitati a prendere la guida di qualche teatroneโ.
Per quanto dicevamo in apertura i magnifici sei sarebbero (vi crediamo) da incasellare tra i โBโ.
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In un altro articolo di un illustre critico prossimo al sessantanovesimo anniversario su questa infelice terra, anchโegli faceva nomi (illustri) e โde factoโ li andava a porre nel campo โCโ (kattivi): tanto per dire parlava dei responsabili di Napoli, Bari, Roma e Firenze (questโultima ancora sotto Chiarot al tempo).
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A queste โmanicheeโ suddivisioni (sia pure in odore di realtร ) qualcuno potrebbe malignamente chiedersi di che tenore sarebbero (e saranno) le recensioni di questi critici agli spettacoli di cui-per una certa misura-sono responsabili i โBโ e โCโ in questione. Il problema non si pone nel caso di allestimenti nella realtร felicissimi; semmai quando nel teatro di un โBโ veda la luce una bruttura.
Ma lโamico (suo) critico potrร sempre cavarsela non recensendo lo spettacolo (per โpietasโ), scusandosi con il poco spazio offerto dalla testata.
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Viceversa il critico โmalvagioโ (ma forse onestissimo con la veritร critica) avrร facile gioco per incenerire la produzione nefasta attribuita a componenti precisamente-per lui-da iscrivere al settore โCโ, come peraltro il citato, eminentissimo critico sopra evocato, frequentissimamente fa. Sono le recensioni in guisa di stroncature quelle che si leggono (se sapute scrivere, sia ben chiaro) con maggiore aviditร , almeno sino in fondo, siamo onesti, chรฉ dei panegirici ne facciamo volentieri a meno. Per la veritร sul Web cโรจ un funereo sito โspecializzatoโ in questo, ma non ha nessun credito: il troppo stroppia.
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Fare nomi e cognomi, di viventi, รจ impegnativo e la regola di Edmondo (De Amicis), amico di tutti e di nessuno, รจ, se non migliore, piรน assennata o elegante.
Se il censore โyโ abbiam compreso essere amico di quel tal produttore (in questo caso si parla di tali figure, ma vale anche altrove, per diversa categoria), allorchรฉ vedremo la nota al di lui spettacolo, sarร โinutileโ andarla a leggere: non potrร che dirne bene!
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Un poโ diverso nel caso dei defunti, dove lo stacco temporale e quello cielo-terra, consente di dire con questa bocca ciรฒ che voglio.
Pรซtr Ilโiฤ ฤajkovskij, che esercitรฒ tra il 1868 ed il 1876, lโattivitร di cronista e critico sulla stampa del suo Paese, non aveva peli sulla lingua (e non era toscano) in merito ai grandi e grandissimi nomi di compositori verso i quali esprimeva i propri giudizi. Anche qui cโerano i โBโ e i โCโ. Bach era divertente, ma non un grande genio, Beethoven non certo infallibile, Gounod (che era vivo perรฒ) un mistero, Liszt (vivo) esteriore, Verdi (sempre vivo) peccato la sua banalitร (ma aveva talento). Per non parlare dellโangoscioso Wagner (ma citato nel lavoro di propria creazione). E Brahms (simpatico uomo sรฌ, ma pedante).
Naturalmente per il Russo cโera il Dio-Gesรน in terra musicale: Mozart e-a distanza-Bizet, Dvorak, Griegโฆ
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Cosรฌ, oggi almeno, sempre piรน una raritร trovare il recensore, il critico, il giornalista โsuper partesโ, che pure la storia della professione ha avuto nel passato e di cui in altre occasioni abbiam detto.
E del resto io non mi capร cito di vedere che nella raccolta di articoli del decennio mutiano a Firenze, tutti, dico tutti, fossero sempre dโaccordo a lodare: Pinzauti, Bonami, Courir, Pestelli, Mila, Mandelli, De Angelis, Arruga, Bruni, Deโ Rossi, Vigolo, DโAmico, Celli, Minardi, Canessa, Isotta, Rossi, Spini, Cavallotti, Messinis, Nicolodi, Zurletti, Costa, Buscaroli, Ivancich, Montanaroโฆ
Vuoi vedere che lo Maesschtre era (ed รจ) proprio โnu Maesschtre?
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*Ferruccio Tammaro, ฤajkovskij. Il musicista, le sinfonie, Milano, Mursia, 2008
*Riccardo Muti al Teatro Comunale di Firenze โ 1968-1982, Edizioni ETS, 2009.
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https://www.youtube.com/watch?v=cjwuMgi_8b8&feature=youtu.be
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I LIBRI. 1
LE FOLLI NOTTI DI MILLEUNANOTA
Allโinizio era Antonio. Poi venne Otto e dopo un poโ suo fratello Tito (โTitoโฆ Tu che ritingi i tetti di โasa, 'un tintendi tanto di tetti ritintiโฆโ). Loro cugino si chiamava Marco. Il loro gatto Magรน. Loro zio era Raspu, il lercio. Tutti quanti abitavano a โMilleunanotaโ, un borgo fantastico sperduto tra le montagne di non si sa bene dove.
GUARDA IL TRAILER:
https://www.youtube.com/watch?v=Tp7PHTIElFw
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Otto & Tito
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